Secondo Allain Treinman, ricercatore del prestigioso Lunar and Planetary Institute (LPI) della NASA con sede in Texas, alcune rocce ritrovate nel continente antartico costituirebbero frammenti di un proto-pianeta nano, residui di un mondo ormai perduto, risalente alle prime fasi di esistenza del sistema solare.
Accade sovente – sostiene Treinman – che le persone adulte non si pongano domande di decisiva importanza, per esempio perché ci sono solo otto pianeti (dopo il declassamento di Plutone) o perché essi sono proprio là dove sono. Sappiamo che i pianeti di un sistema si formano per aggregazione della polvere stellare in nuclei via via di maggiore grandezza: dopo la loro formazione, a causa dei movimenti orbitali, può accadere che alcuni collidano e si fondano tra loro, mentre altri possono essere sospinti fuori dal sistema per effetto dei campi gravitazionali, ed altri ancora possono essere frantumati in piccolissimi pezzi. La cintura degli asteroidi, nel sistema solare, è lì a dimostrarlo.
Ma le rocce ritrovate in Antartide ci dicono ora qualcosa di più: l’analisi minerale dei frammenti ha rivelato una grande concentrazione di feldspato, grande abbastanza da avere richiesto un intero pianeta per crearlo. Benché non si pensi normalmente alle rocce come a qualcosa di caldo e fluido, quando si mette insieme una sufficiente quantità di qualsiasi cosa la pressione ed il calore prodotti dalla gravità provvederanno a sciogliere il tutto: così materiali di densità differente fluttueranno a diversa altezza (così come l’olio galleggia sull’acqua) e, allorquando tutto l’insieme si sarà raffreddato, i differenti materiali formeranno strati diversi all’interno di esso. La nostra Terra, per esempio, è costituita da un involucro rigido con un nucleo ancora liquido, ma alla fine ogni corpo planetario si solidifica interamente, come la Luna.
Ora, se un corpo di tale natura si scontra con un altro di maggiori dimensioni e solidità, il primo finisce in pezzi, ma ciascuno di questi pezzi ancora conserva le prove della preesistente struttura di “torta a più strati“. Questo è appunto quanto emerso dall’esame delle rocce antartiche. Riferisce Treinman:
Questi sono frammenti di un corpo delle dimensioni di un pianeta nano che, apparentemente, non esiste più. Noi abbiamo qui l’esempio di uno strano nuovo mondo, un esempio che non abbiamo mai visto prima.
Già, ma dove si troverebbero gli altri pezzi di questo proto-pianeta? E’ supponibile che molti di essi possano orbitare attualmente nella fascia degli asteroidi, mentre altri potrebbero essere precipitati su altri pianeti o persino essere finiti bruciati nel Sole. L’analisi spettrografica degli asteroidi potrà confermare questa ipotesi, ma di una cosa si può essere certi: il sistema solare delle origini era un luogo estremamente pericoloso, e qui abbiamo la riprova di un’altra fortunata coincidenza che ha favorito lo sviluppo della vita, qui, così come la conosciamo.
Fonte: Did Antarctica yield the remnants of a dwarf proto-planet? di Allain Treiman, 6.09.2011, sul sito The daily Galaxy all’indirizzo: http://www.dailygalaxy.com/my_weblog/2011/09/did-antarctica-yield-the-remnants-of-a-dwarf-proto-planet.html#more