Chi l’avrebbe mai detto che una migliore conoscenza del comportamento degli orsi potrebbe essere d’aiuto per i lunghi voli umani su Marte ? Eppure ciò rappresenta l’oggetto di una ricerca pubblicata su Science di Oivind Toien, dell’Institute of Arctic Biology and University of Alaska (USA). L’indagine ha riguardato cinque orsi neri, muniti di trasmettitori radio per la registrazione di temperature, battito cardiaco e attività muscolari; gli animali sono stati ospitati in ambienti estremamente simili alle tane naturali dei plantigradi stessi. In genere gli orsi attraversano dai 5 ai 7 mesi in letargo, con i battiti cardiaci che si riducono da 55 a 9 al minuto, senza mangiare, bere o espletare le funzioni corporali (il metabolismo è ridotto del 75%); ogni volta che l’orso inspira durante il letargo il cuore, dopo aver accelerato per un breve periodo, raggiunge infine un ritmo simile a quello in cui l’animale è a riposo; viceversa, quando l’orso espira, il cuore rallenta (possono passare anche 20 secondi tra un respiro e l’altro). Peraltro, tre anni fa fu condotto un altro studio che ha dimostrato la maggiore vitalità dell’orso rispetto all’uomo dopo un periodo d’immobilità. Un uomo che rimane a letto tre mesi regolarmente nutrito perde il 54% della propria forza muscolare. Invece, un orso immobilizzato dopo 110 giorni di letargo perde appena il 29% della forza muscolare. La ricerca pubblicata su Science può essere di estremo aiuto per gli studiosi ed i progettisti dei voli umani nello spazio, con particolare riguardo alla sopravvivenza degli astronauti in missioni particolarmente lunghe (si pensi a Marte).
Fonte: I segreti dell’orso dormiglione spingono l’uomo verso Marte di Roberto Furlani (Corriere della Sera dell’ 08-03-2011).