Una brutta notizia per gli esobiologi e gli ufologi di tutto il mondo. Per il mese di maggio di quest’anno è stato programmato dallo Stato della California il taglio dei finanziamenti per la ricerca della vita intelligente nell’Universo, attraverso l’arresto delle attività dell’Allen Telescope Array, un gigantesco impianto radiotelescopico a 42 parabole che, nell’ambito del Progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), era stato realizzato nella California Settentrionale.
Il nostro radiotelescopio fu voluto dall’astrofisico padre del SETI Frank Drake, per un costo di ben 50 milioni di dollari. Ma purtroppo la crisi economico-finanziaria si è fatta decisamente sentire anche nel mondo della ricerca esoastronomica. Il SETI infatti non ha più un soldo, ed il Direttore Tom Pierson ha lamentato la circostanza che non si sono trovati i 2 milioni l’anno necessari per continuare l’iniziativa. I tempi in cui il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen,aveva donato 13 milioni di dollari nel 2004, sono purtroppo terminati. Con il blocco delle attività dell’Allen Telescope Array, se dovessero davvero giungere messaggi alieni, questi ultimi non sarebbero pertanto ascoltati.
Il SETI nel corso degli anni ha saputo far progredire notevolmente lo sviluppo dell’esoastronomia e dell’esobiologia. Nel 1960 il radiotelescopio di Green Bank (West Virginia) fu puntato in direzione delle costellazioni di Tau Ceti ed Epsilon Eridani, distanti 50 milioni di anni-luce. Nel 1977, l’Ohio State Radio Observatory captò il cosiddetto “Segnale WOW” (dal nome della tipica espressione di giubilo che lo scienziato aveva annotato su un tabulato, ritenendo di aver ottenuto la prova dell’esistenza di forme di vita extraterrestre; in realtà, il segnale non fu ripetuto, e venne quindi accantonato). Nel 2007 fu scoperto il Pianeta extrasolare Gliese 581d, distante 20 anni-luce da Terra, nel quale alcuni avevano voluto vedere caratteristiche abbastanza simili a quelle di quest’ultima. Inoltre in Australia è stato realizzato il radiotelescopio Parkes.
Per una brutta notizia, ve ne è in ogni caso una buona. Nell’ambito dell’esperimento Life Expose dell’Agenzia Spaziale Europea, il biologo italiano Silvano Onofri dell’Università della Tuscia di Viterbo – che ha progettato e coordinato l’iniziativa – ha anticipato all’Adnkronos l’importante rivelazione secondo cui sarebbe possibile il trasferimento di vita tra due Pianeti. Infatti, sono state introdotte all’interno della Stazione Spaziale Internazionale rocce contenenti microrganismi vivi (microfunghi), i quali sono rimasti esposti per un anno e mezzo nel vuoto fuori dalla ISS (nonostante ciò, i medesimi microrganismi sono stati trovati ancora vivi al loro rientro nel nostro Pianeta, a dispetto delle condizioni più che proibitive in un ambiente così inospitale, senza le necessarie forme di protezione dalle radiazioni cosmiche e solari). Segno che la vita potrebbe davvero essere pervenuta sul nostro Pianeta sotto la veste di microrganismi portati da un meteorite.
Fonti: E.T., se ci rispondi non ti ascolteremo di Enzo Verrengia (La Gazzetta del Mezzogiorno del 3/05/2011); I meteoriti possono trasportare vita (Corriere Viterbo del 15/05/2011).