A quasi due anni dall’inabissamento dell’Airbus Rio de Janeiro – Parigi di Air France quel tragico 1-06-2009 al largo del Brasile, i sottomarini Remus sono finalmente riusciti ad individuare il relitto del velivolo, a 3.900 metri di profondità. Com’è noto, il fatto era stato accompagnato fin da subito da un certo alone di mistero, e si erano addirittura ipotizzate spiegazioni di carattere ufologico. Ma veniamo ai fatti. Il 4 aprile scorso a Parigi sono state presentate le prime immagini del relitto dall’Ufficio francese di inchiesta e analisi degli incidenti aerei (Bea), l’organismo cui era stato assegnato il compito di avviare le indagini su questa tragedia che costò la vita di 228 persone. Com’è noto, nelle operazioni di ricerca sono stati utilizzati tre robot minisottomarini Remus 6000 e la nave d’appoggio Alucia (l’operazione è stata finanziata da Air France e Airbus, con l’appoggio di esperti internazionali). Nello specifico, si possono osservare un carrello, due motori e vari rottami distesi sul fondo. Il Ministro dei Trasporti Nathalie Kosciusko-Morizet ha preannunciato che entro tre settimane o un mese potranno iniziare i lavori di recupero anche delle salme delle vittime (un punto però oggetto di contestazione da parte di alcuni dei parenti, riunitisi in un’associazione, dal momento che non si sa in che stato di conservazione si trovino i corpi). In ogni caso, il rinvenimento del relitto ha ridato fiducia all’eventualità che si ritrovino le scatole nere, al fine di poter finalmente ricostruire la dinamica dell’evento. Sta di fatto che la compagnia aerea francese Air France ed il costruttore europeo di aerei Airbus sono indagati per omicidio colposo. Com’è noto, la vicenda in questione aveva sollevato in passato più di un interrogativo sulla dinamica del fatto, che fin dall’inizio sembrò presentare alcune ombre oscure. Ovviamente non ricostruirò la griglia delle varie spiegazioni fornite dell’evento, ma mi limiterò ad accennare agli argomenti suggeriti più inerenti le tematiche ufologiche, senza alcuna valutazione nella sostanza. A cominciare dalla circostanza che il velivolo (un Airbus 330-200 dell’Air France) parve quasi “scomparire nel nulla” senza poter trasmettere il mayday, l’ultima richiesta di aiuto: infatti, nell’ultimo contatto il comandante aveva dichiarato di aver attraversato una “zona burrascosa con forti turbolenze”, e tre ore dopo il decollo da Rio de Janeiro un messaggio automatico segnalava un problema tecnico. Subito in Rete furono formulate numerose spiegazioni di carattere non convenzionale: secondo alcuni vi sarebbe stato un incontro ravvicinato con un UFO e le onde elettromagnetiche potrebbero aver bloccato gli apparati, secondo altri la vicenda potrebbe essere stata collegata al misterioso Triangolo delle Bermude o a non molto chiare “punizioni divine”. Sul quotidiano El Mundo un pilota spagnolo che volava nelle vicinanze riferiì di aver osservato “in lontananza un forte e intenso lampo di luce bianca“. Un parente di una delle vittime, in un’intervista rilasciata a “La Stampa” ha dichiarato di aver pensato ad un certo punto che vi fosse stato un rapimento da parte degli UFO.
Fonti: Individuato il relitto dell’airbus Rio-Parigi (Corriere della Sera del 5/04/2011); “Omicidio colposo” per Air France e Airbus (Il Messaggero del 19/03/2011; Tre sottomarini per il mistero dell’Air France di Guido Olimpio (Corriere della Sera del 14/02/2011); Precipita un jet Air France di Luca Veronese (Il Sole 24 Ore del 2-06-2009); Il mistero Ipotesi in Rete: UFO, kamikaze e il Triangolo delle Bermuda di Guido Olimpio (Corriere della Sera del 2/06/2009); “Lampo di luce bianca così l’Airbus esplose” (La Gazzetta del Mezzogiorno del 5/06/2009); “Diteci tutta la verità è l’unica consolazione che ci resta” di Davide Federici, Roma (La Stampa del 7/06/2009).