La vicenda era finita sui giornali: un articolo pubblicato nelle pagine di cronaca de “La Gazzetta del Mezzogiorno” di lunedì 22 ottobre 2012 aveva riportato la notizia di un avvistamento verificatosi sul lungomare Starita di Bari (nei pressi di un noto ristorante) nella tiepida serata del precedente sabato 20 ottobre intorno alle 21:00.

Protagonista dell’avvistamento un giovane ingegnere che si trovava là a passeggiare con la moglie ed il figlioletto. Ad un certo punto aveva notato, proprio sopra la sua testa, una luce bianca molto vivida che compiva rapidi movimenti in tutte le direzioni per tornare poi al punto iniziale, circondata da altre luci rosse pulsanti, più piccole, disposte intorno alla prima in una configurazione a triangolo isoscele. L’avvistamento si era protratto per circa mezz’ora allorché il testimone aveva dovuto riportare il figlioletto a casa.

Benché, a dire dell’ingegnere, numerose persone avessero assistito al fenomeno, nessun altro si è fatto avanti per raccontare la propria versione dei fatti. Sicché sono venute a mancare utili testimonianze di riscontro.

Il gruppo di indagine aveva ritenuto sulle prime che l’avvistamento potesse essere ricondotto al lancio di lanterne da qualche sala ricevimenti del litorale Nord barese oppure che le luci potessero essere quelle di un aeromobile in fase di atterraggio nel vicino aeroporto di Bari Palese (tra l’altro erano stati individuati due voli, rispettivamente in arrivo a Bari ed in partenza per Orio al Serio, con orari coincidenti con i tempi dell’avvistamento).

Tuttavia, nel corso di un successivo incontro avuto con il testimone sul luogo dell’avvistamento, si è potuto verificare dal vivo che il corridoio di atterraggio degli aerei è assai più basso (circa 30° di elevazione sull’orizzonte) rispetto alla porzione di cielo indicata dal testimone (quasi allo zenith del punto di osservazione). Inoltre gli aerei visti passare erano immediatamente riconoscibili come tali (tanto più da una persona con elevata scolarizzazione e formazione scientifica come il nostro ingegnere).

Abbandonata quindi l’ipotesi dell’aereo, restava quella delle lanterne cinesi come spiegazione più plausibile. Vi sono tuttavia degli elementi di dubbio che vanno doverosamente segnalati, alla luce del fatto che nel corso del secondo incontro il testimone ha ripetuto il racconto senza contraddirsi: 1) la quota elevata (quanto meno inusuale per le lanterne); 2) la presenza di una luce intesa di colore bianco (a fronte della tonalità rosso-arancione della luminosità dei piccoli aerostati); 3) i rapidi spostamenti di quest’ultima in tutte le direzioni (dunque anche controvento) con il ritorno nella posizione iniziale. La qual cosa sarebbe per inciso difficilmente spiegabile anche ricorrendo all’ipotesi della ISS o di un satellite artificiale.

Il testimone è sembrato sostanzialmente in buona fede, avendo anche confidato di essere stato oggetto di scherno dopo la pubblicazione dell’articolo sul quotidiano locale (talché si sarebbe astenuto dal raccontare la propria esperienza, se lo avesse saputo prima). Tuttavia, in assenza di ulteriori testimonianze da mettere a confronto, non è possibile ottenere ulteriori elementi a supporto di una spiegazione “esotica”.

Di Gaetano Anaclerio

Avvocato civilista, nato il 4 giugno 1964, esercita la professione a Bari dal 1992. Da sempre appassionato di ufologia ed enigmi archeologici, è socio del Centro Ufologico Nazionale dal 2001 ed attualmente, nella stessa organizzazione, ricopre il ruolo di responsabile della Sezione Provinciale di Bari e di componente della Commissione per gli Aspetti Giuridici. Insieme al Dott. Mauro Panzera è autore della monografia "Il trattamento dei dati personali in ufologia" edita nel 2004.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *+-/Time limit exceeded. Please complete the captcha once again.