Il numero del supplemento “Il Venerdì di Repubblica” edito il 25 maggio ospita un’intervista all’astrofisica Margherita Hack, in occasione dell’uscita nelle librerie della sua autobiografia dal titolo “Nove vite come i gatti“.
La scienziata, che il 22 giugno ha appena compiuto novant’anni, ripercorre con lucidità ed humour gli episodi più salienti della sua vita, come la scelta per la facoltà di Fisica dopo aver abbandonato in tutta fretta una lezione di Lettere, perché giudicata troppo noiosa, fino al recente caso del rifiuto di un medico di riconoscerle l’idoneità fisica al rinnovo della patente di guida (ma – tiene a far sapere – quella in suo possesso e’ valida sino al 28 giugno).
Gli appassionati di ufologia certamente la conoscono per la decisa avversione, quando non anche aperta ostilità, che negli anni ha mostrato nei confronti di coloro che desumevano dagli avvistamenti di dischi volanti la conclusione dell’esistenza di vita intelligente aliena in visita al nostro pianeta.
Oggi, a carriera accademica ormai conclusa ed avendo intrapreso una fitta attività di divulgazione, certe affermazioni del passato sembrano meno perentorie, più sfumate.
In particolare, alla domanda della giornalista Cristina Mochi, sul suo scetticismo a proposito della vita extraterrestre, la Hack ha risposto:
E’ assurdo pensare che siamo soli, pero’ possono esistere forme di vita diversissime dalla nostra. Forse sempre basate sul carbonio, visto che e’ l’elemento che consente di formare le molecole più complesse e che e’ venti volte più abbondante del silicio, e poi di acqua, perché e’ fatta dagli elementi di cui l’Universo e’ più ricco, idrogeno e ossigeno.
Anzi, per dirla tutta, la Hack si spinge anche più in la’, ipotizzando vita batterica già all’interno del sistema solare, e non sul tanto celebrato e discusso pianeta Marte, bensì (forse con un pizzico di anticonformismo) nei fiumi di metano di Titano, uno dei maggiori satelliti di Saturno, suggerendo di farvi atterrare una sonda per raccogliere campioni.
Fonte: Margherita Hack – Da astrofisica a pop star e non so spiegarmi perché, di Cristina Mochi, Il Venerdì di Repubblica, n. 1262 del 25.05.2012