Benché il sito della Ocean Explorer nulla riporti al riguardo (l’ultima delle news riguardando un’intervista rilasciata da Peter Lindbergh alla radio svedese Red Ice Radio) su un blog ufologico italiano è apparsa in data 31 agosto la notizia che vi sarebbero i primi riscontri scientifici sui campioni di roccia riportati in superficie dal team di Lindbergh.
Secondo quanto riferito dal portale Zazoom Social News – sulla scorta di fonti non indicate ma verosimilmente riconducibili ad articoli di stampa dell’area scandinava – gli anzidetti campioni sarebbero stati esaminati da Volker Brüchert, docente di geologia all’Univesità di Stoccolma, il quale avrebbe concluso per la probabile origine vulcanica di una grande pietra nera sottoposta al suo esame, ed in genere per la classificabilità come condriti, gneiss e arenarie della maggior parte dei campioni presi in considerazione.
Secondo il Prof. Brüchert ciò che i sommozzatori della Ocean Explorer non avrebbero considerato è che il Mar Baltico è una regione scavata dal ghiaccio dell’ultima Glaciazione migliaia di anni fa e condriti, gneiss ed arenarie sono esattamente le tipologie di rocce che ci si aspetterebbe di trovare in una conca glaciale. Quanto alla pietra nera, questa potrebbe essere lava solidicata, trasportata dai ghiacciai.
Tutta la regione scandinava è stata vistosamente interessata dai processi glaciali e di disgelo – continuna Brüchert – ed è verosimile che i campioni di roccia raccolti si siano formati proprio in relazione a tali processi: le rocce inglobate dai ghiacciai e trasportate al loro interno, al momento del disgelo, si sono adagiate al suolo, lasciando depositi in tutti il territorio, anche in quelli successivamente invasi dalle acque.
Lindbergh ed i suoi pare abbiano preferito non commentare la notizia per il momento, ma si sono ripromessi di raccogliere ulteriori fondi per nuove spendizioni e più accurati scandagli sonar.
Da parte nostra, non vorremmo davvero considerare la questione chiusa: premesso che non conosciamo le fonti di stampa originali, supponendo che il resoconto del blog in questione sia fedele non riusciamo a comprendere la ragione per la quale il Prof. Brüchert – con riguardo alla pietra nera – si sia espresso in termini probabilistici. Se è stato incarico di svolgere una indagine geologica al riguardo, ci si sarebbe attesi da lui una risposta chiara ed inequivocabile: se poi ha ritenuto di rilasciare interviste ad analisi ancora in corso, probabilmente è stato alquanto affrettato, se non imprudente.
Inoltre, pur condivisa la natura di formazione rocciosa post-glaciale dell’anomalia del Baltico, restano ancora altri interrogativi a cui rispondere, come le presunte interferenze elettromagnetiche da essa provenienti o l’esistenza all’interno della “calotta” del fungo di superfici squadrate rilevate dal sonar, indizio questo (se confermato) del probabile utilizzo umano in epoca assai remota (anche in considerazione della riempimento del Mar Baltico ad opera delle acque di disgelo al termine dell’ultima glaciazione).
La natura è in grado di produrre opere meravigliose, ma – a nostro avviso – nel caso di specie sarebbe opportuno non avere troppa fretta di liquidare il caso etichettandolo come bizzarra formazione rocciosa. Non ancora, almeno.
Fonti: Ufo Mar Baltico: mistero risolto? articolo redazionale del 31/08/2012 sul blog Zazoom Social News all’indirizzo: http://www.zazoom.it/blog/post.asp?id=11519.