A riprova del sempre crescente interesse che talune tematiche suscitano nella platea dei lettori e di come anche le riviste scientifiche “serie” siano costrette a tenerne conto, c’è un interessante articolo apparso su Focus n. 219 del gennaio 2011.

Dopo avere stupito, nel numero natalizio, con un corposo dossier sulla vita extraterrestre dal titolo “Alieni: pronti al contatto”, ora si cerca di dipanare la matassa ingarbugliata delle armi segrete naziste, provando a scoprire quanto ci sia di vero dietro la leggenda della V7, un velivolo discoidale che – costruito nel 1944 – poté solo essere testato in qualche volo di prova, nel corso dei quali diede prova di una velocità (2000 km/h) davvero inusitata per quei tempi.

E’ significativo che l’autore dell’articolo (Wolfgang C. Goede, scienziato e comunicatore tedesco) confermi che il Terzo Reich si pose allo studio di un aereo ad ala discoidale, in grado di decollare verticalmente, affidandone la progettazione a due squadre che vi lavorarono contemporaneamente, l’una con a capo Richard Miethe e Giuseppe Belluzzo e base nelle fabbriche di aerei di Dresda e Bratislava, l’altra guidata da Otto Habermohl e Rudolf Schriever e con sede a Praga.

Viene altresì dato per certo che la prima squadra riuscì nell’intento ed effettuò il collaudo della V7 nel marzo del 1944. Quali siano state le prestazioni del velivolo, non è dato sapere – secondo Goede – o meglio è lecito presumere che  la propaganda nazista le abbia di molto ingigantite, facendo nascere il mito dei dischi volanti con la svastica.

Si accenna infine anche alla ben nota leggenda della base nazista di Neueschwabenland in Antartide, dove molte delle figure di spicco del Terzo Reich si sarebbero rifugiate in attesa di riorganizzarsi e dove avrebbero continuato segretamente a lavorare sui velivoli a disco.

Che dire? L’argomento affascina. E’ indubbio che il nazismo esoterico, con la sua fede nell’energia vitale o Vril, abbia ispirato tutta una serie di teorie e ricerche che oggi potremmo definire esotiche; è altrettanto vero, però, che in assenza di documenti ufficiali di comprovata attendibilità, le ricostruzioni affidate alle testimonianze di persone variamente coinvolte in quei progetti scontano i dubbi legati alla parzialità dei ricordi ed al coinvolgimento ideologico.

Per altro verso, grazie all’eccellente lavoro di indagine svolto da Roberto Pinotti  ed Alfredo Lissoni con il loro best seller “Gli X-files del nazifascismo”, vi sono ormai valide ragioni per credere che, a seguito di un Ufo crash avvenuto in Lombardia nel 1933, le ricerche sui velivoli ad ala rotonda siano state addirittura iniziate in Italia ad opera di un organismo – il Gabinetto RS/33 – appositamente creato da Benito Mussolini.

Infine, a riprova del fatto che l’argomento stia riguadagnando d’interesse, vi sono rumors circa una prossima produzione cinematografica statunitense che, prendendo spunto dalle V7, racconta di come i Nazisti, rifugiatisi alla fine della guerra sulla faccia nascosta della Luna attraverso i loro portentosi mezzi volanti, muovano di là all’attacco del pianeta.

Fonte: Focus, n. 219, gennaio 2011, L’arma segreta dei nazisti di Wolfang C. Goede

Di Gaetano Anaclerio

Avvocato civilista, nato il 4 giugno 1964, esercita la professione a Bari dal 1992. Da sempre appassionato di ufologia ed enigmi archeologici, è socio del Centro Ufologico Nazionale dal 2001 ed attualmente, nella stessa organizzazione, ricopre il ruolo di responsabile della Sezione Provinciale di Bari e di componente della Commissione per gli Aspetti Giuridici. Insieme al Dott. Mauro Panzera è autore della monografia "Il trattamento dei dati personali in ufologia" edita nel 2004.

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