Sull’edizione domenicale di “Repubblica” del 5 giugno scorso è stata pubblicata, a firma di Laura Putti, un’intervista a Luc Montagnier, lo scienziato francese autore della scoperta del virus HIV I che gli è valsa il premio Nobel per la medicina nel 2008 (seppure la palma di tale scoperta sia stata a lungo contesa dallo scienziato americano Robert Gallo)[1].
Nel corso dell’intervista, oltre a ripercorrere le tappe di una carriera straordinaria, Montagnier si è intrattenuto sul rapporto tra scienza e religione, affermando di essere contro i dogmi senza per questo rinunciare al rispetto dei principi etici nell’esercizio della sua attività di scienziato, cosa che lo fa dichiarare contrario alla manipolazione del genoma umano.
Per questa attitudine a pensare con la propria testa, ponendosi contro le convenzioni e le idee comunemente accettate, Montagnier si è fatto la fama di scienziato “scomodo” e non si è certo guadagnato molte amicizie tra i suoi colleghi: nell’intervista non nasconde il proprio rammarico per essere stato messo in pensione dall’Istituto Pasteur, dove pure aveva realizzato una delle scoperte del secolo, appena giunto all’età regolamentare dei 65 anni e si mostra alquanto deluso per le difficoltà di ordine economico in cui si dibatte la sua Fondazione, alla ricerca di finanziamenti per un Centro internazionale di ricerca sull’Aids in Cameroun.
Ma il clou dell’intervista arriva allorché lo scienziato spiega le ragioni della sua scelta di lavorare in Cina[2] e, rivolto alla giornalista, dice:
“Perché crede che io abbia pubblicato i miei esperimenti in corso su una rivista scientifica cinese? Perché quelle europee o americane avrebbero tirato fuori le pistole”.
Il fatto è che Luc Montagnier si è recentemente avventurato in un territorio proibito: gli studi sulla presunta “memoria dell’acqua”. La teoria – formulata nel 1988 dal suo connazionale Jacques Benveniste, morto nel 2004 ed oggetto di una violenta campagna di denigrazione da parte degli ambienti scientifici – postula che l’acqua conservi memoria delle sostanze che ha contenuto, anche dopo che, per effetto di successive diluizioni, non rimanga in essa più alcuna traccia di tali sostanze. Non serve rammentare anche al meno avveduto dei lettori che questo è il principio su cui si basa la medicina omeopatica, tuttora fortemente osteggiata: in effetti gli studi di Benveniste sembrarono poter confermare scientificamente la reale efficacia terapeutica delle cure omeopatiche, fino a che la rivista Nature che pure li aveva pubblicati nel 1988 non li declassò a “mera illusione” all’esito di un procedimento di verifica condotto da una commissione ufficiale di indagine[3].
Ora, rifacendosi ai postulati di quella teoria, Montagnier sostiene di voler analizzare le onde elettromagnetiche a suo dire emesse dal DNA di alcuni virus patogeni diluiti nell’acqua, allo scopo di generare onde contrarie per bloccare l’attività di quei virus. L’idea è apparsa così bizzarra che nessuna rivista scientifica occidentale ha accettato di pubblicarla.
Riferisce Montagnier:
“Tempo fa avevo fatto un progetto, ma il Consiglio superiore della ricerca lo ha rifiutato. Appena sentono il nome di Benveniste sono presi da un terrore intellettuale. E’ morto senza aver portato a termine il suo lavoro, rifiutato dai comitati scientifici, anche francesi. E allora mi viene in mente Galileo. Solo che in questo caso non si tratta di oscurantismo religioso, ma scientifico. Perché quando sconvolgi le concezioni comuni, non appena cambi un paradigma, sono guai. Quando chiedevano a Max Plant, Nobel tedesco per la fisica, come aveva fatto a convincere il mondo scientifico, i colleghi, della sua teoria dei Quanti, “semplice”, rispondeva, “ho aspettato che fossero morti tutti””.
Il fatto che a riprendere con vigore le idee di Benveniste non sia un volgare ciarlatano bensì un premio Nobel per la medicina deve certamente far riflettere. D’altra parte le proprietà del liquido elemento sono state oggetto di uno studio assai interessante da parte del saggista giapponese Masaru Emoto[4], il quale dopo aver messo a punto una tecnica di refrigerazione dell’acqua, ha cominciato a fotografarne i cristalli, riscontrando significative differenze secondo che si trattasse di acqua proveniente dall’acquedotto di varie città ovvero da ghiacciai o sorgenti montane o paludi. Lo stesso Emoto sostiene poi di avere rilevato che l’acqua reagisce alle vibrazioni prodotte dalla musica, dalle parole e persino dai pensieri, producendo cristalli dalla forma armonicamente simmetrica o, al contrario, caotica e disordinata, secondo la natura positiva o negativa dell’energia irradiata.
Dall’intervista rilasciata da Montagnier e dalle specifiche implicazioni sul punto delle sue ultime ricerche, che pare abbiano trovato sostegno e finanziamento presso le autorità accademiche cinesi, si possono trarre due ordini di considerazioni.
La prima è che, nonostante i tempi di Darwin siano passati da un pezzo, l’idea che la scienza oggigiorno sia un ambiente asettico e luminoso dove menti eccelse, in stretta collaborazione tra loro, esplorano i reconditi recessi della conoscenza, allo scopo disinteressato di assicurare all’umanità sorti meravigliose e progressive, è utopica e largamente contraddetta dalla realtà. Assai spesso, infatti, quello scientifico è un ambiente sordido, dove la pura ricerca viene sacrificata all’interesse economico e la revisione di sistemi di idee oramai acquisiti viene considerata alla stregua di un’eresia e come tale ferocemente combattuta. Il tutto per la preservazione delle posizioni di potere e di autorità che da quei sistemi dipendono.
La seconda considerazione è che la Cina, in questo particolare momento storico, non pare soggiacere a queste logiche, come sarebbe dimostrato – per stare a tematiche a noi più congeniali – anche dal maggiore credito di cui godono i gruppi privati di ricerca ufologica, i quali beneficiano del supporto di eminenti scienziati e di legami con le autorità politiche e militari. Mentre, per altro verso, i media di stato pubblicano con grandissimo risalto notizie di avvistamenti che nell’Occidente sarebbero minimizzate o sottaciute[5].
Così, mentre l’Occidente appare sempre più ripiegato in un dogmatico scientismo, uno Stato solitamente tacciato di scarso rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, dimostra inusitato interesse verso fenomeni anomali e settori inesplorati della ricerca scientifica. Senza voler scomodare indagini socio-economiche, non sarà anche questo un fattore decisivo della crescita cinese e dell’imminente primato della sua economia?
Fonti: Luc Montagnier, di Laura Putti, intervista pubblicata nell’inserto Cultura di Repubblica del 5.06.2011; Il Nobel per la medicina a Montagnier, su Corriere.it – Salute del 6.10.2008; La Cina ingaggia Montagnier “Troppo avanti per l’Europa”, di Elena Dusi, su Repubblica.it – Scienze del 5.01.2011; Il caso Benveniste: rivelazioni retroscena e discussione, di Filippo Rucellai, Rita Cadoni e Giuseppe Perrella; Masaru Emoto, voce di Wikipedia.it; Ex funzionario del ministero degli esteri cinese: “gli extraterrestri vivono tra noi”, in Ufo Magazine, Acacia Edizioni, n. 16 Marzo 2011, 16.
[1] Il Nobel per la medicina a Montagnier, su Corriere.it – Salute, articolo del 6.10.2008, all’indirizzo URL http://www.corriere.it/salute/08_ottobre_06/nobel_medicina_montagnier_219e8dd2-938b-11dd-8968-00144f02aabc.shtml : nel 1983 Montagnier isolò dal linfonodo di un paziente un virus a cui fu dato inizialmente il nome di LAV (limphadenophaty-associated virus cioè virus associato a linfadenopatia), la cui esistenza venne confermata l’anno successivo dal team dello statunitense NCI (National Cancer Institute) guidato da Robert Gallo, il quale ne modificò il nome in HTLV-III (virus T-linfotropico umano di tipo III).
[2] La Cina ingaggia Montagnier “Troppo avanti per l’Europa”, su Repubblica.it – Scienze, articolo di Elena Dusi del 5.01.2011, all’indirizzo URL http://www.repubblica.it/scienze/2011/01/05/news/la_cina_ingaggia_montagnier_troppo_avanti_per_l_europa-10863206/ : già in quella occasione Montagnier aveva lanciato i propri strali contro gli ambienti scientifici del suo Paese, colpevoli di fare del “terrorismo intellettuale”, mentre per altro verso la Cina, a caccia di cervelli, era stata ben felice di accoglierlo donandogli un laboratorio a lui intitolato presso l’Università di Jiao Tong di Shangai
[3] Il caso Benveniste: rivelazioni retroscena e discussione, articolo di Filippo Rucellai, Rita Cadoni e Giuseppe Perrella, all’indirizzo URL http://www.brainmindlife.org/benveniste.htm : l’esperimento, i cui risultati furono pubblicati sul numero del 30.06.1988 della rivista Nature, si basava sul fatto che i fenomeni allergici sono caratterizzati dalla produzione di anticorpi capaci di reazione immediata, le immunoglobuline E, e dalla liberazione di varie sostanze, tra cui l’istamina, responsabili delle manifestazioni cutanee e dell’asma. L’istamina viene liberata in granuli da globuli bianchi chiamati granulociti basofili secondo un processo che viene chiamato “degranulazione dei basofili”. Introducendo nel processo un colorante, il blu di toluidina, il quale reagisce con l’istamina provocando la colorazione di rosso dei basofili, era possibile controllare in sede sperimentale la degranulazione, stimolandola con un apposito siero (anti IgE) in vari gradi di diluizione. Dinanzi al grandissimo clamore suscitato dai risultati delle ricerche di Benveniste, venne istituita una commissione di indagine presieduta dallo stesso Direttore di Nature, John Maddox e che si avvaleva della partecipazione di James Randi, uno dei maggiori esperti di trucchi e tecniche illusionistiche. La Commissione appurò che i dati sperimentali erano sistematicamente alterati: sebbene non venisse mai dimostrata la malafede di Benveniste, che coordinava il team di ricerca presso l’INSERM di Parigi (Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale), fu disposto l’allontanamento di Elizabeth Davenas, fra i suoi principali collaboratori. Sull’intera vicenda grava il sospetto di condizionamenti economici da parte dell’industria francese di prodotti omeopatici.
[4] Per una breve sintesi della figura e dell’attività di Masaru Emoto, si veda la voce relativa su Wikipedia all’indirizzo URL http://it.wikipedia.org/wiki/Masaru_Emoto.
[5] Ex funzionario del ministero degli esteri cinese: “gli extraterrestri vivono tra noi”, in Ufo Magazine, Acacia Edizioni, n. 16 Marzo 2011, 16.